Il nostro corpo è un sistema complesso.
Ci fanno un complimento e diventiamo rossi.
Non è servito toccarci, è bastato udire dei suoni che chiamiamo parole.
Più l’emozione è complessa e più la risposta del nostro corpo è complessa.
Cado in bicicletta e sbatto il naso contro il sentiero. Mi sono fatto male al naso (trauma diretto), la mia colonna vertebrale si è “piegata all’indietro” (colpo di frusta), ho “preso paura” (non sono stato in grado di controllare la bicicletta, potevo farmi ancora più male).
Questa è la complessità: il tempo trascorso in ambulatorio mi ha insegnato che una terapia semplice non va bene, o non sempre, o non solo, per un sistema complesso come il nostro.
E’ vero, si fa fatica ad accettarlo perchè siamo abituati ad avere un riscontro diretto, numerico, scientifico: una radiografia, un esame del sangue, una TAC. Esami complementari che dovrebbero aiutarci a fugare dei dubbi acquisiti durante il colloquio con la persona che ci sta chiedendo aiuto.
Ma è così.
Ci portiamo dietro e dentro tutta la nostra vita, tutto quello che ci è accaduto e che lentamente, giorno dopo giorno, ha generato un problema, di solito tramite un dolore, che ha attirato la nostra attenzione.
Il nostro passato condiziona il presente. Bussa la porta. Esige un dazio.
Frequentare un Osteopata può servire.
Aiutiamo il paziente a percepirsi.
Personalmente cerco di costruire un rapporto orizzontale, mai impositivo, piuttosto educativo.
Alla luce di tre fatti.
Sono fermamente convinto che è la “relazione terapeutica” che cura, non la terapia: se avete deciso che ne avete abbastanza e che è ora di cambiare qualcosa per stare meglio, fate un passo…anche verso un Osteopata.
Casomai.
Dott Andrea Botteon
Osteopata D.O. MRO I
Perfezionato in Medicina Tradizionale Cinese ed Osteopatia pediatrica
www.osteopatiaconegliano.it