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11 Nov, 2016
Corri…che (non) ti passa!

20 anni fa e più, quando correvo a piedi per supportare il mio allenamento da pugile, attorno allo stadio di Conegliano si vedevano sempre le stesse facce.
Eravamo una manciata di atleti, tra quelli come me e quelli “dell’atletica” e ci si salutava sempre. I giri erano più o meno gli stessi.
Le scarpe non erano fluo, i calzini di “spugna”, i pantaloni erano quelli in cotone grigio (quelli di Rocky Balboa…, ndr). Nessun orologio al polso.
Con tabelle o improvvisati, correvamo per “fare fiato”.
Ieri mattina alle 5.45, mentre stavo andando a fare Yoga, ho fatto passare un gruppo di maschi, non più in età ormonale, rigorosamente fluorescenti, che correvano per le vie del centro. Non erano “quelli dell’atletica”.
Ogni mattina scorrendo la wall-page di Facebook trovo puntualmente foto di pazienti ed amici che hanno fatto gare lunghissime, su e giù per i nostri monti.
Insomma…oggi tutti corrono. E’ un dato di fatto.
Garmin, Nike, Brooks etc ringraziano assai.
Questi sportivi si rivolgono a me quando non riescono più a “venirne fuori” da qualche condizione di dolore, dopo che tutti gli approcci più o meno “sintomo-orientati” non sono riusciti a permettere loro di tornare a correre o solo per un breve periodo perché poi la condizione disfunzionale si è ripresentata.
Facciamo una premessa: la differenza sostanziale fra correre e camminare è che durante la corsa c’è una fase di volo in cui entrambi i piedi non toccano il suolo e quando il tallone (o la punta, per chi corre “naturalmente”) della gamba avanzata appoggia, l’impatto è molto più traumatico rispetto a quando si cammina.
Più tempo corro e più veloce corro sono i due fattori che aumentano il numero di traumi subiti. Senza tener ovviamente conto se la scelta delle scarpe è adeguata.
Quindi, ricapitolando: la corsa è traumatica, non c’è pezza.
Se corro molto e/o molto velocemente e il mio “assetto” (postura, libertà articolare, presenza di bite, occhiali, suolette) non è perfetto, il traumatismo si scarica in maniera inadeguata sulla struttura e più o meno alla lunga si crea una disfunzione.
E’ un po’ come correre in auto con una gomma non perfettamente gonfia, per intenderci: prima o poi il semiasse si torce!
Altro fatto, non discutibile: se comincio a correre “da grande” e magari senza un passato da sportivo, la struttura ossea, muscolare, legamentosa e fasciale si adatterà con molta più lentezza rispetto a chi ha una memoria di allenamenti pregressi.
Questo è un dettaglio fondamentale perché la condizione di forma non si acquista solo per volontà, anche granitica, ma per duro e progressivo lavoro (allenamento), possibilmente sapientemente condotto da un professionista e non da una tabella su Runner’s World.
Se siete “lassi” strutturalmente (significa eccessivamente mobili a livello articolare) è molto meglio che rivolgiate la vostra attenzione ad altri sport…a meno che non vogliate fare la felicità di ambulatori e studi professionali.
Adesso, non vogliatemene, ma spendete una follia in scarpe e GPS da polso…prima di cominciare o di ri-cominciare a correre, andate anche a farvi fare una valutazione da un professionista!
Non siamo moltissimi ma alcuni di noi sono in grado di fare cose meravigliose : insegnarvi a camminare e a correre, per esempio, o stabilizzare i risultati che avete acquisito con la terapia (FB: Salirò metodo Pilates, Marco, Daniela e Giorgia, San Vendemiano, 04381960382).
Aiutarvi a scegliere la calzatura adatta e dare una misurazione oggettiva al vostro modo di camminare e di ripartire il peso sui piedi (Ortopedia Sanitaria 3G, Vittorio Veneto, Dott Stefano Cattai 0438550492)
La salute è una cosa seria e perderla è molto più facile che mantenerla…perderla in nome dello sport poi è una follia!

Dott Andrea Botteon

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